Guido Scaramellini


Al Gavia la Madonna delle vette

protettrice dei ciclisti

 

In una splendida domenica d’estate è stata inaugurata il 16 agosto al passo del Gavia la statua della Madonna delle vette, protettrice dei ciclisti. Un’opera di Guglielmo Bertarelli “el duca”, già noto per ardite realizzazioni poste sulle montagne valtellinesi e bresciane, dotato di notevole originalità creativa nell’ideazione e di rara conoscenza tecnica nel trattamento del legno e del ferro.

Alle 11 hanno sottolineato l’importanza dell’avvenimento il sindaco di Valfurva Gianfranco Saruggia, il presidente del Parco dello Stelvio Ferruccio Tomasi, il presidente della Comunità montana Alta Valtellina Luca Pozzi, l’assessore comunale alla cultura e allo sport Edoardo Dei Cas e il direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan.

Al prof. Guido Scaramellini, nella sua qualità di storico, è toccato il compito di presentare l’allestimento di Guglielmo Bertarelli, che non è limitato alla statua della Madonna in legno di castagno, avvolta da una spirale che si perde verso l’alto, ma è accompagnato da una struttura per la campanella e dalla mensa in ferro sostenuta da una bicicletta stilizzata.

Quest’ultima è un riferimento al fatto che la nuova statua della Madonna delle vette è stata dichiarata protettrice dei ciclisti su un passo come il Gavia in cui nel 1960 per la prima volta passò il Giro d’Italia, come ha ricordato anche il direttore Zomegnan.

È seguita la santa Messa celebrata da don Giuseppe Negri, arciprete di Bormio, che al termine ha benedetto la realizzazione artistica, ricordando il significato religioso della giornata.

Erano presenti, tra gli altri, anche l’alpinista Marco Confortola, Ferruccio Bulferetti, nei cui laboratori è stata realizzata l’opera e Claudia Tognali, organizzatrice della manifestazione. Il vice presidente nazionale dell’Associazione nazionale Alpini e Adolfo Antonioli, presidente del gruppo di Valfurva, hanno ricordato il significato della partecipazione degli Alpini, che hanno assicurato l’organizzazione logistica della giornata e il rancio che ha concluso la giornata. Essa resterà memorabile nella storia del Gavia e del rifugio Bonetta, la cui nonna lanciò per prima l’idea di una statua di Madonna a quasi 2700 metri di quota, protettrice dei ciclisti e simbolo di pace.

Guido Scaramellini – 18 agosto 2009

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Guglielmo Bertarelli e la sua area sacra sul Montozzo

 Guido Scaramellini

  

La zona del Montozzo sull’Adamello, come lo Scorluzzo presso lo Stelvio, conserva importanti testimonianze di fortificazioni realizzate durante la prima guerra mondiale. In particolare il Montozzo fu la prima linea contro le postazioni austriache, dove gli alpini del battaglione Edolo prepararono decisivi attacchi, ed è stata recuperata anche nei suoi manufatti con oltre 5000 giornate di lavoro svolte da volontari coordinati dall’Associazione nazionale Alpini di Vallecamonica.

Domenica 30 agosto è stata teatro di una intensa giornata di ricordo e di omaggio. L’area sacra, che vuole essere segno di pace là dove in passato si agitò la guerra, è stata ideata e realizzata dallo scultore trentino Guglielmo Bertarelli, in arte El Duca, lo stesso che l’anno scorso realizzò una scultura in ferro di Madonna sullo Scorluzzo, dove l’essenzialità della forma si completa in un paesaggio naturale di grande suggestione.

Anche sul Montozzo Bertarelli, con la sensibilità e la genialità che lo distinguono, ha arricchito l’ambiente con alcuni misurati segni, che non turbano, ma anzi sottolineano la grandezza della natura e il raccoglimento necessario per accostarsi a quell’area di grande significato storico e simbolico. Un altare dalla struttura leggera, eppure solida, come il ferro, a cui è legata molta parte dell’economia della valle dell’Oglio, e come la pietra che funge da paliotto della mensa con il monogramma di Cristo inciso al centro; una croce che si slancia verso il cielo per una decina di metri, dove la figura di Cristo è suggerita da una spirale che la avvolge; un pennone per l’alzabandiera e un’altra spirale culminante con una campanella, elemento di poesia che porta verso l’alto e si perde nello sfondo del cielo azzurro quand’è azzurro, come domenica 30 agosto. Questa è l’area sacra del Montozzo come è stata arredata nei mesi scorsi.

L’elemento unificante dell’ideazione di Bertarelli sta proprio nella spirale, che protegge o soffoca, che esprime un continuo movimento come quello del vento che qui soffia e insieme una tensione verso l’alto, verso l’ignoto e l’infinito.

Questa è oggi l’area del Montozzo, inaugurata alla presenza degli alpini, di un folto pubblico e di tanti rappresentanti delle istituzioni. Lassù, a quota 2600, a due passi dal rifugio Angiolino Bozzi, il card. Giovan Battista Re ha benedetto la croce e l’altare, richiamando i valori della pace, prima dell’alzabandiera e dell’esecuzione dell’Inno di Mameli, che ha sancito il ricordo dei 90 anni dalla fine della grande guerra. Un segno di pace e un monito alla concordia tra i popoli e tra le persone.

Quaderni Valtellinesi Nr. 103   – firmato  Guido Scaramellini

 

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Guglielmo Bertarelli “el Duca” in VALTELLINA

Sue sculture a Chiavenna, Bormio e sullo Stelvio

Si dimentica spesso che le parole arte e artigianato hanno lo stesso tema, a tal punto che sedicenti artisti non hanno la benché minima abilità tecnica, presupposto necessario per diventare artisti. Non è automatica la creatività, ma di certo non si può raggiungerla senza disporre di padronanza costruttiva.

Per lo scultore Guglielmo Bertartelli, “el Duca”, il problema non si pone, perchè ogni sua creazione poggia su sicure basi statiche e fisiche, quando non siano brevetti suoi personali. Sul piano creativo, il metodo è quello della semplificazione fino all’estremo, perchè le sue sculture non vogliono imporsi, ma inserirsi nell’ambiente naturale e umano proporsi all’occhio di chi le incontra quasi in silenzio, senza traumi e senza problemi di impatto ambientale, come si dice oggi.

Ho davanti agli occhi la sua Madonna della Neve e Regina della Pace, che mi si presentò d’improvviso una domenica mattina d’agosto, era il 12 dell’anno scorso, dopo aver raggiunto le Rese Basse dello Scorluzzo a quota 2’650, fra le trincee della prima guerra mondiale, ad un tiro di schioppo dal passo dello Stelvio (in montagna le cose più belle sono quelle guadagnate con la fatica e raggiunte a piedi). Era il giorno dell’inaugurazione con il sole di piena estate.

Da un cubo in posizione che sembra instabile, poggiando su un solo angolo, ma che è saldissimo, si innalza un ferro a disegnare contro cielo una linea sinuosa di Madonna. Riuscii in quell’occasione a sequestrare Guglielmo Bertarelli per qualche minuto, preso com’era tra autorità, il vescovo Diego Coletti, da poco arrivato alla sede di Como, e tanta gente.

“La mia più grande preoccupazione-mi disse- è stata quella di stare il più possibile leggero, ho voluto suggerire un’idea, lasciando che il tappeto del pascolo e il cielo di fondo la completasse e la costruisse, rinnovandola continuamente a seconda della luce, del tempo e della stagione”.

Sono questi i binari del lavoro creativo di Bertarelli: tecnica sofisticata, frutto di studio e soluzioni geniali, ed espressività legata alla morbidezza delle forme e alla essenzialità della materia, sia essa quell’effetto marmo che egli ottiene con una ricetta tutta sua e con la stessa resistenza, oppure il ferro che modella a volute o il legno, da cui trae figure già in esso abbozzate e suggerite, che hanno bisogno di essere definite e levigate.

Tutti i suoi pezzi, esposti prima in Valcamonica, dove “el Duca” abita, pur essendo nato ai piedi delle Dolomiti di Brenta, poi a Chiavenna dal 30 giugno e per tutta la scorsa estate e. ultimamente, a Bormio, a partire dal 22 dicembre.

Egli freguentò corsi di pittura e scultura a Monaco di Baviera e a Milano, all’accademia di Brera. E vennero le mostre, a cominciare da quella del ’77 alla galleria Arcobaleno di Porta Ticinese, sempre a Milano. Poi l’abbandono, Ora, da qualche anno Bertarelli ha ripreso l’attività artistica.

Chi ne vuol sapere di più può visitare anche il suo sito, allestito con cura da Claudia Tognali (www.bertarelli-elduca.com) .

firmato: Guido Scaramellini – storico e presidente lombardo dell’Ist. Ital. dei Castelli ALPES Aprile 2008 – no. 4 Mensile di cultura, informazioni, politica dell’arco alpino

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Le Statue di Guglielmo Bertarelli

Sono tuttora esposte in alcune piazze di Chiavenna le sculture di Guglielmo Bertarelli, in arte “El Duca”, classe 1945, nato alle pendici delle Dolomiti di Brenta.

Diplomato in una scuola tecnica di Trento, apprese quegli elementi di tecnologia dei metalli, delle leghe, della saldatura e della fusione che gli serviranno non poco.

Nel 1977 fece la sua prima personale a Milano alla galleria Arcobaleno a Porta Ticinese. Di lì cominciarono altre esposizioni, che lo hanno fatto conoscere, soprattutto per le sue grandi sculture in legno, come quelle esposte a Chiavenna. Ma è anche un abile forgiatore di figure in ferro, dove il metallo suggerisce appena una forma e il resto è fatto dal paesaggio. “Le mie sculture – scrive “el Duca” non hanno un nome, hanno tantissimi nomi; è chi le osserva che ne deve ricevere un messaggio in funzione della sensibilità e della diversa esperienza che è in ogni individuo”.

Domenica 12 agosto al Passo dello Stelvio, nelle Rese Basse dello Scorluzzo a quota 2650, fra le trincee della prima guerra mondiale, alla presenza del vescovo di Como mons. Diego Coletti, è stato inaugurato un omaggio alla Madonna della neve e regina della pace, opera di Guglielmo Bertarelli. Una forma sinuosa e stilizzata che si erge verso il cielo, leggera, non invasiva, che vive dello spettacolo maestoso della natura intorno.

firmato: Guido Scaramellini – storico e presidente lombardo dell’Ist. Ital. dei Castelli

agosto 2007

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Rese Basse dello Scorluzzo Stelvio,12 agosto 2007

Intervista fatta da Più Valli TV in occasione dell’inaugurazione della “Madonna della NeveRegina della Pace

….Tutto attorno abbiamo Arte Naturale creata dalla Natura e se noi guardiamo le forme della Natura, guardiamo le montagne, guardiamo i profili vediamo che è tutta Arte.Qui Bertarelli “El Duca” ha fatto una sintesi estrema con materiali poveri cercando di dar meno fastidio alla Natura e mettere una scultura che suggerisse più che imporre, che riesca a suggerire quello che per Lui è un simbolo nel momento in cui tutto lo sfondo è prevalente rispetto alla statua in sè, la statua delimita alcuni spazi che sono molto più ampi.

La libertà dell’Arte è quella. Oltretutto è la libertà anche della scultura perchè a secondo del posto dove va, avrà una visione diversa della scultura e una interpretazione diversa e poi è libertà perchè ciascuno ci vede quel che vuole, perchè ciascuno di noi, in base alla propria esperienza, alla propria vita vissuta, tende ad apprezzare alcune cose, a vedere alcune forme, a identificare alcune strutture che altri non vedono.

Quella è la libertà dell’Arte in un luogo in cui, tra l’altro, è stato fatto questo monumento dedicato alla Madonna della Pace che è poi la Madonna della Libertà perchè se non c’é Pace non c’é libertà e se non c’é libertà non c’é Pace.

f.to prof. Guido Scaramellini Storico e Presidente Lombardo dell’Istituto Italiano dei Castelli

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Luglio 2007 Valchiavenna Le Statue del “Duca “

Guglielmo Bertarelli, “El Duca” , espone le proprie sculture a palazzo Pretorio di Chiavenna. L’inaugurazione è avvenuta sabato 30giugno e la mostra si protrarrà fino al 29 luglio, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.30. ALtre quattro statue in legno, di notevole altezza, sono esposte in piazza Bertarcchi e una in ferro in piazza Castello.

Nato in Trentino nel 1945, frequentò corsi di pittura e scultura a Monaco di Baviera, quindi all’Accademia di Brera.Iniziò allora la lunga serie di mostre personali. Dopo anni di addandono dell’arte, nelle vicinanze di Edolo, dove vive, ha ripreso l’attività creativa. Le sue statue, frutto di grande abilità e capacità tecnica e insieme di personale estro creativo, vivono di sinuosità e dolcezza di forme, dove prevale la figura umana femminile.

F.to prof. Guido Scaramellini Storico e Presidente Lombardo dell’Istituro Italiano dei Castelli