BANCA POPOLARE DI SONDRIO

L’infinito Abbraccio

della  REGINA DELLA PACE

Una spirale che abbraccia il mondo, sale verso l’alto e da lì, con uno sgurado benevolo, guarda la terra. Ha tolto materia e, della tradizionale iconografia mariana, ha conservato solo il velo, il maestro Guglielmo Bertarelli, in arte “El Duca”, per realizzare la”Regina della Pace”, la suggestiva scultura che dal 12 agosto protegge le Rese Basse dello Scorluzzo. Siamo ai piedi del ghiacciaio, là dove durante la Grande Guerra correva la linea del fronte. I resti delle trincee si vedono ancora bene. Nella cannonaia, da dove i soldati controllavano la strada cantonale che si snoda come un serpentone lungo la montagna, si può addirittura entrare, grazie al recente restauro degli Alpini.Tutto parla di guerra, eppure la cima è un santuario dove si respira aria di pace.

E’ per la religiosità che, naturalmente, regala questo terrazzo sullo Scorluzzo, che la Banca Popolare di Sondrio, instancabile nel sostenere che la montagna deve uniree non dividere, ha voluto che proprio qui, tra le trincee, a tutela della concordia dei popoli, venisse collocata la Regina della Pace.

L’inaugurazione è avvenuta il 12 agosto, giorno in cui lo Stelvio festeggia la Madonna della Neve, sua patrona, e vantava la presenza in quota del vescovo Diego Coletti. Sua Eccellenza, che si è dimostratocun validissimo alpinista, ha raggiunto a piedi le Rese Basse dello Scorluzzo dove ha celebrato la Santa Messa coadiuvato dall’arciprete di Bormio don Giuseppe Negri e da don Andrea Brutto. Alla Celebrazione religiosa, che è stata particolarmente suggestiva grazie ai canti del coro “La Bajona”, hanno preso parte numerosi fedeli.

Tra loro anche il direttore generale della BPS Mario Alberto Pedranzini, il vice prefetto Rinaldo Argenteri, il presdiente del Parco Nazionale dello Stelvio Ferruccio Tomasi, il sindaco di Bormio Elisabetta Ferro Tradati, il professor Marco Vitale e – ovviamente-il maestro Bertarelli, con la sua assistente Claudia Tognali.

“Se c’é la fede, la notte della disperazione e della guerra si trasforma nella notte della pace e della liberazione” ha detto durante l’omelia monsignor Diego Coletti, riproponendo la storia del popolo d’Abramo come esempio per il destino di tutti, E che, se parte dal cuore, una trasformazione è davvero possibile lo si è visto durante l’offertorio, quando sull’altare sono stati portati i bossoli delle vecchie mitragliatrici pieni di margherite.

“La vita – ha ricordato il vescovo – non è orientata al nulla, ma a un abbraccio infinito, quando saremo tutti insieme in un bel posto più bello ancora di questo”. Da qui non è difficile immaginarsi il paradiso. Basta aggiungere un “per sempre” al cielo terso, al profumo dei fiori, al silenzio, alla geometria perfetta delle cime imbiancate di neve. O lasciarsi cullare dal vento, che gioca ad infilarsi lungo il corpo vuoto della scultura. Anche noi dobbiamo guardarla girandole attorno, come fa il vento. Sintetica ed enigmatica come tutta l’arte contemporanea, disegna infatti lo spazio caricandolo di un significato di volta in volta nuovo, in base alla prospettiva da cui la si osserva.

“Alla base, poggiato su una croce di David, scomposta in tanti triangoli, ho posto un cubo un po’ strano: ha gli angoli uguale ma le facciate sono irregolari. Vuole rappresentare – ha spiegato il maestro Bertarelli – le imperfezioni del nostro mondo. Sul cubo, a dargli ordine e stabilità, si innesta la spirale della vita che, simbolo della spiritualità mariana, sale dal basso verso l’alto e culmina nel volto di Maria, chino in preghiera e rivolto a est. Guarda verso il sole nascente, verso Dio”. E’ una bussola per chi va in montagna. Ma anche per la vita.

dicembre 2007 – no. 105

Notiziario della Banca Popolare di Sondrio – firmato Daniela Valzer, pubblicista