MARIO ANTOLINI

GIUDICARIE * VITA TRENTINA *

Bleggio 12.3.1988

La gente di Bleggio , con simpatia e convinto interesse, si è stretta attorno al “suo” artista in una serata intensamente vissuta nel nome della identità bleggiana e dell’arte. La sala-teatro di Larido, alla Quadra, si è dimostrata quasi insufficiente ad accogliere i censiti provenienti da tutti gli oltre venti centri abitati del Bleggio e pure da quelli del Lomaso e del Banale, per incontrarsi con Guglielmo Bertarelli, nato da numerosa famiglia a Cavrasto ed ivi vissuto, in anni difficili di lavoro e di sacrifici, fino agli anni della giovinezza.

Ha ricevuto il saluto e l’omaggio dei suoi conterranei dalla viva voce del sindaco Giustino Iori, del presodente della Pro Loco Maurizio Serafini, del presidente e del direttore della Cassa Rurale di Quadra Guido Donati e Amadio Lucchesa, del presidente del Centro Studi Judicaria Basilio Mosca. In Nome del mondo dell’arte hanno parlato il titolare dello Studio “Ginca” di Firenze Giancarlo Pellegrini ed il criticoMario Cossali.

Soprattutto quest’ultimo si è assunto il compito di tracciare e sondare gli elementi costitutivi della personalità artistica del Bertarelli e di penetrare nelle componenti potenziali caratteristiche delle espressioni figurative che si concretizzano nelle sculture e nelle pitture dell’artista di Cavrasto, che, in sala, aveva sottoposto all’osservazione dei presenti alcune sue opere più esemplari.

Il prof. Cossali, ricordata la “durezza della vita a Cavrasto negli anni “45-50” durante i quali si acuivano in Bertarelli “lo spirito d’avventura e di adattamento”, ha evidenziato il sorgere prepotente in lui “del disegno come apparato conoscitivo e come proiezione di sogni, desideri e speranze.

Entrando poi nella pienezza dei risultati conseguiti in anni di studio e di lavoro, il critico si è così espresso: “La scultura del Bertarelli è in legno, o in terra-creta dura, più dura possibile. L’impasto di terra è come una costruzione edile, da un punteggio all’altro resta il vuoto. La creta s’asciuga lentamente, viene levigata, passata e ripassata e poi smaltata con vernice che indurisce ancor più la materia. Nascono così le “figure”, per lo più femminili, che ci colpiscono e restano nell’occhio e nella mente per l’incontro felice tra la “durezza” della materia e la “tenerezza” che soffia dalle curve, dagli incavi, dalle “linee lente” che si incrociano a formare pozzi luminosi nei quali tendiamo a specchiarci e quasi a sprofondare, perchè in essi cerchiamo quella dolcezza senza la quale non possiamo vivere e che pure è così assente dal nostro modo di pensare, di avere sentimenti, di stare nel tempo che ci è dato”.

Concludeva il suo intervento Cossali affermando che “l’arte di Bertarelli è scultura totale, spazio reinventato, musica di linee e di volute, grande fatica, esercizio continuo, modestia, ansia di fare e di imparare”; un’ arte e un artista che nell’incontro con la terra e la gente delle umili origini si sono esaltati in un felice rapporto umano, in cui sentimento e ragione si sono fusi ed assimilati in un inscindibile ed eterno blocco granitico: l’uomo.

firmato: Mario Antolini, pubblicista.

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UN’ARTE FIGLIA DELLA NATURA

Guglielmo Bertarelli espone alla sala del teatro – LARIDO

Su iniziativa della Proloco di Bleggio Superiore ed in collaborazione con la Cassa Rurale di Quadra, sarà organizzata sabato 27 febbraio alle ore 20:30 nella sala del teatro di Larido, una manifestazione culturale dal titolo; “Nel Bleggio le origini dell’arte di Guglielmo Bertarelli”; una proposta che verrà illustrata dal critico d’arte prof. Mario Cossali.

Molto opportunamente si è sentita l’esigenza di porre nella debita luce una delle figure “bleggiane” più emergenti nel mondo dell’arte moderna: quel Bertarelli che, terzo di otto figli – è nato a Cavrasto nel 1945, si è andato via via artisticamente affinando soprattutto nella scultura.

Suggestiva la biografia di questo artista giudicariese, che Gianni Zampiccoli delinea in questo modo: ” Il paesino natale, situato nelle Giudicarie Esteriori, plasma ed educa il suo animo all’amore per la natura e gli imprime indelebilmente quel concetto della limitatezza dell’uomo nei confronti della natura e delle sue forze, concetto che lo accompagnerà cripticamente nella sua costante evoluzione artistica alla ricerca di un equilibrio impossibile fra uomo-natura.

La famiglia, dominata dall’economia della povertà (il padre è un umile tagliapietra) installa in Bertarelli l’amore per le piccole cose e l’amore per la ricerca delle forme nella materia. Lo avvia alla lavorazione del granito, sperando con tale atto di assicurargli un avvenire privo degli assilli della fame, non immaginando certamente di contribuire in modo determinante a creare in lui la ricerca delle forme plastiche.

Da questi umili passi in terra di Giudicarie il futuro artista inizia un ininterrotto cammino di perfezionamento delle tecniche e di affinamento della sua sensibilità, che lo porterà alle attuali mete di perfezione e di stile personale. Sulla sua potenzionalità artistica il Cossali precisa: “L’Arte di Bertarelli è scultura; ci sono sempre preparazioni, introduzioni alla scultura. Terrecotte, colle, resine sono il regno privilegiato di un’arte mai scontata, un’arte che insegue i fantasmi poetici nelle forme della natura e dei movimenti dell’uomo, comprendendo tra questi anche i pensieri più riposti, i sentimenti più autobiografici”.

Le genti del Bleggio in specie, ma anche quelle di tutte le Giudicarie, si sentiranno certamente coinvolte da questa ennesima affermazione di un giudicariese nel difficile campo delle belle arti; per questo l’invito a partecipare alla serata in onore di Bertarelli viene rivolto a quanti sanno apprezzare e gustare le intrinseche bellezze delle espressioni figurative.

firmato: Mario Antolini, pubblicista