Il Grigione Italiano – CH

Guglielmo Bertarelli e la sua area sacra sul Montozzo

 

Guido Scaramellini

 


La zona del Montozzo sull’Adamello, come lo Scorluzzo presso lo Stelvio, conserva importanti testimonianze di fortificazioni realizzate durante la prima guerra mondiale. In particolare il Montozzo fu la prima linea contro le postazioni austriache, dove gli alpini del battaglione Edolo prepararono decisivi attacchi, ed è stata recuperata anche nei suoi manufatti con oltre 5000 giornate di lavoro svolte da volontari coordinati dall’Associazione nazionale Alpini di Vallecamonica.

Domenica 30 agosto è stata teatro di una intensa giornata di ricordo e di omaggio. L’area sacra, che vuole essere segno di pace là dove in passato si agitò la guerra, è stata ideata e realizzata dallo scultore trentino Guglielmo Bertarelli, in arte El Duca, lo stesso che l’anno scorso realizzò una scultura in ferro di Madonna sullo Scorluzzo, dove l’essenzialità della forma si completa in un paesaggio naturale di grande suggestione.

Anche sul Montozzo Bertarelli, con la sensibilità e la genialità che lo distinguono, ha arricchito l’ambiente con alcuni misurati segni, che non turbano, ma anzi sottolineano la grandezza della natura e il raccoglimento necessario per accostarsi a quell’area di grande significato storico e simbolico. Un altare dalla struttura leggera, eppure solida, come il ferro, a cui è legata molta parte dell’economia della valle dell’Oglio, e come la pietra che funge da paliotto della mensa con il monogramma di Cristo inciso al centro; una croce che si slancia verso il cielo per una decina di metri, dove la figura di Cristo è suggerita da una spirale che la avvolge; un pennone per l’alzabandiera e un’altra spirale culminante con una campanella, elemento di poesia che porta verso l’alto e si perde nello sfondo del cielo azzurro quand’è azzurro, come domenica 30 agosto. Questa è l’area sacra del Montozzo come è stata arredata nei mesi scorsi.

L’elemento unificante dell’ideazione di Bertarelli sta proprio nella spirale, che protegge o soffoca, che esprime un continuo movimento come quello del vento che qui soffia e insieme una tensione verso l’alto, verso l’ignoto e l’infinito.

Questa è oggi l’area del Montozzo, inaugurata alla presenza degli alpini, di un folto pubblico e di tanti rappresentanti delle istituzioni. Lassù, a quota 2600, a due passi dal rifugio Angiolino Bozzi, il card. Giovan Battista Re ha benedetto la croce e l’altare, richiamando i valori della pace, prima dell’alzabandiera e dell’esecuzione dell’Inno di Mameli, che ha sancito il ricordo dei 90 anni dalla fine della grande guerra. Un segno di pace e un monito alla concordia tra i popoli e tra le persone.

Firmato: Prof. Guido Scaramelllini, Presidente Lombardo dell’Istituto Italiano dei Castelli

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GUGLIELMO BERTARELLI “El Duca” in Valtellina
Sue sculture a Chiavenna, Bormio e sullo Stelvio
di Guido Scaramellini

Si dimentica spesso che le parole arte e artigianato hanno lo stesso tema, a tal punto che sedicenti artisti non hanno la benchè minima abilità tecnica, presupposto necessario per diventare artisti. Non è automatica la creatività, ma di certo non si può raggiungerla senza disporre di padronanza costruttiva.
Per lo scultore Guglielmo Bertarelli, “el Duca”, il problema non si pone, perchè ogni sua creazione poggia su sicure basi statiche e fisiche, quando non siano brevetti suoi personali. Sul piano creativo, il metodo è quello della semplificazione fino all’estremo, perchè le sue sculture non vogliono imporsi, ma inserirsi nell’ambiente naturale e umano e proporsi all’occhio di chi le incontra quasi in silenzio, senza traumi e senza problemi di impatto ambientale, come si dice oggi.

Ho davanti agli occhi la sua Madonna della Neve e Regina della Pace, che mi si presentò d’improvviso una domenica mattina d’agosto, era il 12 dell’anno scorso, dopo aver raggiunto le Rese Basse dello Scorluzzo a quota 2’650, fra le trincee della prima guerra mondiale, ad un tiro di schioppo dal passo dello Stelvio (in montagna le cose più belle sono quelle guadagnate con la fatica e raggiunte a piedi). Era il giorno dell’inaugurazione con il sole di piena estate.
Da un cubo in posizione che sembra instabile, poggiando su un solo angolo, ma che è saldissimo, si innalza un ferro a disegnare contro il cielo una linea sinuosa di Madonna. Riuscii in quell’occasione a sequestrare Guglielmo Bertarelli per qualche minuto, preso com’era tra autorità, il vescovo Diego Coletti, da poco arrivato alla sede di Como, e tanta gente.

“*La mia più grande preoccupazione-mi disse- è stata quella di stare il più possibile leggero, ho voluto suggerire un’idea, lasciando che il tappeto del pascolo e il cielo di fondo la completasse e la costruisse, rinnovandola continuamente a seconda della luce, del tempo e della stagione*”.

Sono questi i binari del lavoro creativo di Bertarelli: tecnica sofisticata, frutto di studio e soluzioni geniali, ed espressività legata alla morbidezza delle forme e alla essenzialità della materia, sia essa quell’effetto marmo che egli ottiene con una ricetta tutta sua e con la stessa resistenza, oppure il ferro che modella a volute o il legno, da cui trae figure già in esso abbozzate e suggerite, che hanno bisogno di essere definite e levigate.
Tutti i suoi pezzi, esposti prima in Valcamonica, dove “el Duca” abita, pur essendo nato ai piedi delle Dolomiti di Brenta, poi a Chiavenna dal 30 giugno e per tutta la scorsa estate e, ultimamente, a Bormio, a partire dal 22 dicembre.
Egli frequentò corsi di pittura e scultura a Monaco di Baviera e a Milano, all’accademia di Brera.
E vennero le mostre, a cominciare da quella del ’77 alla galleria Arcobaleno di Porta Ticinese, sempre a Milano.
Poi l’abbandono. Ora da qualche anno Bertarelli ha ripreso l’attività artistica.
Chi ne vuol sapere di più può visitare anche il suo sito, allestito con cura da Claudia Tognali. (www.bertarelli-elduca.com)

firmato: Guido Scaramellini, storico e presidente lombardo dell’Istituto Italiano dei Castelli,   Giovedì 10 Aprile 2008 No. 15

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“El Duca” ESPONE IN ALTA VALTELLINA

Bormio: Trasferta natalizia in Alta Valtellina per le opere dello scultore Guglielmo Bertarelli. Sette capolavori dell’artista di origine trentina, sono, infatti, esposti da alcuni giorni nelle vie di Bormio dove l’inaugurazione della mostra è avvenuta sabato, 22 dicembre, alle ore 18.45, presso la Sala Colonne “Papa Giovanni Paolo II” in piazza del Kuerc. Ha presentato lo storico Guido Scaramellini con la partecipazione del sindaco Elisabetta Ferro-Tradati, l’Arciprete don Giuseppe Negri.

Erano presenti le autorità locali, il presidente del Parco dello Stelvio Sign. Ferruccio Tomasi e il direttore della Pirovano SIgn. Stefano Dalla Valle.

Delle sette sculture portate dal Bertarelli a Bormio, quattro sono già state ammirate da migliaia di persone nel corso di altre esposizioni: si tratta di tre legni (una Madonna in frassino ed una nobildonna ed una chiocciola in castagno) e dell’opera in ferro “Disegnare lo Spazio” di 6 metri.

L’esposizione valtellinese tiene invece a battesimo i tre nuovi lavori del Bertarelli, coreografie in marmorino in scenografie in ferro rappresentanti tre figure femminile: la Madonna, la patrona dei claudicanti e la patrona dei non abbienti. “Ad essere di grande interesse – ha spiegato Claudia Tognali, assistente e collezionista di Guglielmo Bertarelli – sono in particolare le tre realizzazioni create dal genio dell’artista appositamente per l’occasione. L’interesse deriva dalla scelta effettuata dal Comune e dalla Parrocchia di Bormio (organizzatori della mostra) sul luogo dove collocare queste tre sculture iper-moderne. Abbiamo accolto con grande soddisfazione, ed un certo stupore la decisione, ricaduta sul sagrato della Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, come noi avevamo suggerito. L’Arciprete don Giuseppe Negri e l’Amministrazione Comunale capeggiata dal Sindaco Elisabetta Ferro Tradati hanno dimostrato piena disponibilità e collaborazione. È stato così possibile realizzare una mostra che, forse per la prima volta in Italia, mette a stretto contatto e confronto un luogo come un sagrato (simbolo di sacralità, legame con il passato e classicità) e l’ultramoderno, talvolta invece erroneamente catalogato come distante dai valori della religione, ed in particolare di quella cattolica”.

Le opere di Guglielmo Bertarelli rimarranno esposte nella cittadina di Bormio sino alla prossima Pasqua. Vi sarà dunque modo, per tutti quanti sono interessati, di recarsi in Alta Valtellina ad ammirarle.

Ma El Duca aveva già fatto dono di una sua scultura al comprensorio dell’Alta Valtellina: si tratta della Madonna della Neve — Regina della Pace, collocata dallo scorso agosto alle Rese Basse dello Scorluzzo, in prossimità del Passo dello Stelvio. Nei luoghi di battaglia del primo conflitto mondiale, questa scultura in ferro, rievoca oggi sentimenti di serenità e di pace.

Poschiavo, 17 gennaio 2008 – Il Grigione Italiano – settimanale indipendente.