Franco Fonatti (Fonax)

Critica d’Arte Edolo, ottobre 2006

 

Dalla Mente alla Scultura

In lui si trova l’entusiasmo creativo, la dinamica delle forme che sembra profetizzare l’astrattismo e l’informale.

Non si tratta di una pigra o servile imitazione della natura, la dinamicità, la forza espressiva è il prodotto dell’immaginazione.

Non ci sono schizzi o disegni a priori, l’azione è diretta e irrevocabile, nessuna revisione o cambiamento durante o in seguito alla messa in opera.

La forma viene composta nella mente e tradotta simultanea in azione, in forza che taglia, scalfisce, scolpisce e trasforma in processo metamorfico la materia..; come materia (legno, metallo, marmorina etc) si esprime in tensione che si percepisce quando si osservano a lungo e non una sola volta le sue opere; non è amore a prima vista, è amore che si intuisce e si apprezza con il tempo, con una riflessione sensoriale. Non è evidente ad hoc; ma le sue sculture scaturiscono da una “geometria” che successivamente si evolve in forme di movimento dinamico; la rigidità degli spigoli, le linee ascendenti, contorte, si evolvono e si convertono in linee sensibili, connubio e passaggio fra statica e dinamica.!!!

Quasi inesauribile la sua attività artistica da ciò gli viene attribuito il nominativo di “orso” anche se lui si autofirma “EL DUCA” (derivazione antica da soprannome familiare NICKNAME (Spitznamen). La sua Arte (con la A maiuscola) rispecchia elementi quali una possibile Weltanschauung . A: come Action, A: come Arte e A: come Anschauung (Idea e Concezione) che riesce come per incanto ad armonizzare impeti come VOLUME e INCAVO evidenziando la forma; quasi misteriosa sintesi tra positivo e negativo tra SPIRITUALE e SENSORIALE …

Dopo i vari adepti della “body art”, le forme dissacratorie di arte “corporea (es. l’azionismo viennese) le “messe” azionistiche di un Nitsch, attualmente dilagate in Europa e negli USA attraverso diversi estremi espressivi, notiamo la ripresa sia pur modesta di una “nuova figurazione” successiva alla transavanguardia (Italiana), al Neo espressionismo (Germania) o nell’ambito della poesia visiva (Gruppo 7).

Troviamo una figurazione decisiva da parte di Bertarelli (vedi fig. 2) dove entrano in gioco formazioni metaforiche e paradossali archetipi forme antropomorfe e/o zoomorfe ricordo collettivo del subconscio.

Percezione entro il tempo, diviene Metafora (la lumaca che spicca

il volo, grossi volumi zoomorfi), l’agressione materica di un gesto

massiccio! Mimesi dell’incresparsi di una naturale ma filtro dello

intellettivo.

Nella sua “Arte Scultorea”, Bertarelli sfugge (ovviamente come ogni lavoro autentico) alle etichette. Vive e il suo “stile di vita” diventa FORMA. Forma finita e non finita insieme richiamo della natura ma trasformazione, alterazione e metamorfosi.

Nei suoi più recenti lavori Bertarelli rappresenta un punto di svolta, un nuovo inizio della propria vicenda sia umana che professionale. Umana perché coincide con un travaglio nell’ambito familiare, professionale perché negli anni a venire le sue proposte, dopo un periodo di ricerca e sperimentazioni afflitte dal difetto di una poesia irrealizzabile trovano e, troveranno, attuazione e assiduità.

Ultimamente disgiunge le sue sculture dalla base rendendole più autonome, quasi sospese e indipendenti dal loro supporto funzionale (schwebend)

Il peso, la gravità, sembra essere annullata. La plasticità scaturisce da una visione dinamica come l’innesto può rievocare una soluzione di fluidità plastica.

A questo punto, anche volendo fare una dovuta ammenda per la mancata citazione dell’artista “io faccio parte della natura, ma la natura non fa parte di me” non posso che soffermarmi sulla sua profonda convinzione perché l’arte è la proiezione del suo essere, del suo esistere.

Il suo influsso umano (charme) che la sua personalità emana, e si può percepire, è la sua comunicabilità, la sua socialità e immediatezza in tutte le sue azioni, che manifesta al primo incontro, alla sua prassi professionale legata all’esperienza che ogni suo gesto, ogni suo battito del cuore trasforma in pura Forma.

E’ genuino come uomo e come artista, non ha bisogno di contaminazioni stilistiche, la dinamica nelle sue sculture sono manifestazioni di attività della sua vita, The Art bigger then LIVE. (l’Arte più grande della vita)

firmato FONAX (prof. Franco Fonatti)